In questo articolo non ti dirò chi sono, ma cosa ho fatto. Ti ci vorranno 3 minuti per leggere la mia storia e chissà, magari potrai fare la differenza anche tu.
Restituire alla vita ciò che mi ha regalato nel corso degli anni è sempre stato un fortissimo desiderio e ho sempre creduto che donarsi agli altri fosse il miglior modo per poter realizzare questo desiderio.
Il mio appuntamento settimanale con il volontariato mi ha sempre regalato tantissima gioia, così tanta che a volte penso di non essere in quel luogo per aiutare delle persone ma che siano loro a donare a me quelle bellissime emozioni.
Mesi fa ho sentito che fosse giunta l’ora di alzare il tiro, non mi bastava più quel solo appuntamento settimanale. Ho passato ore e ore della mia vita a guardare e riguardare un programma in tv in cui bambini e giovani ragazzi malati di cancro condividevano le proprie storie: ogni volta un mare di emozioni contrastanti, nodo alla gola e sorriso per quei bambini che, consapevoli della loro condizione, non perdevano la loro spensieratezza.
“Perché guardi queste cose?” mi veniva chiesto spesso. Perché no? Mi chiedo spesso io.
Poi un giorno vedo una mia amica tagliare la sua bellissima chioma bionda per donarla. Esiste un’associazione che raccoglie ciocche di capelli con le quali produrre parrucche da donare a malati oncologici.
Eccolo lì, il bel segnale che stavo aspettando, l’esempio che mi spingeva verso quel “di più” che stavo progettando, ma che non avevo ancora ben chiaro nella mia mente.
Da tre anni avevo deciso di farmi crescere i capelli, spuntandoli ogni tanto. Ci avevo messo tutta la cura possibile, selezionavo i prodotti migliori, aggiungevo passaggi al mio rituale perché si mantenessero sani nonostante la lunghezza e lo stress di essere raccolti ogni qual volta avessi lezione di danza.
Anche io avevo tutte le possibilità per donare i miei capelli e “restituire”, nel mio piccolo, qualcosa alla vita. La scelta di tagliarli non è stata così facile. Per quanto possa essere un gesto banalissimo, se paragonato a cose ben più importanti e dolorose, separarmi dalla mia lunga chioma non era così facile.
Dopo vari mesi di riflessione mi sono convinta: i capelli sarebbero ricresciuti e io avrei avuto un nuovo look. Chi ha detto che avere i capelli più corti sarebbe stata una “tragedia”?
Esattamente una settimana prima dal fatidico appuntamento dal parrucchiere arriva un altro segnale, o meglio la spinta finale: incontro una ragazza di 17 anni sopravvissuta al cancro al cervello.
“Prima di sottopormi all'intervento, ho confidato molto nel fatto che al bisogno ci sarebbe stata una persona come te a farmi questo regalo (poi per fortuna non ce n'è stato bisogno...). Ma fallo, sarà bello vederti nuova e ti sentirai benissimo”
Queste sono state le sue parole, ancora adesso leggerle mi fa venire la pelle d’oca.
Sabato 25 novembre 2017 ho tagliato 30 cm di capelli raccolti in una treccia.
Ho donato i miei capelli all’Associazione “Un Angelo per Capello". Se sono qui a scrivere questo breve articolo è perché vorrei che ci fosse almeno la consapevolezza che esiste la possibilità di donare i propri capelli. Non voglio essere l’esempio da seguire per sentirmi l’eroina di turno. Ho deciso di non firmarmi proprio perché non c’è necessità di personalizzazione, voglio che questa sia solo una delle tante storie di ragazze che donano capelli e che magari donare diventi quasi un gesto normale, di routine ogni qual volta si decida di “darci un taglio”.
Come donare:
- Lavare bene i capelli prima della donazione
- I capelli devono essere asciutti al momento del taglio e raccolti in una treccia
- È necessario donare un minimo di 25 cm.
Associazioni Italiane a cui donare:
Un Angelo per Capello
Banca dei Capelli