Può sembrarci normale metterci a confronto con gli altri e, a volte, può tornare anche utile per fare un’analisi di dove ci troviamo e dove vogliamo andare veramente. Ma quando gli altri diventano un metro di paragone per il nostro successo è necessario cambiare rotta e tornare a focalizzarci solo su noi stessi.
Spesso può capitare di sentirci meno soddisfatti di noi stessi di quello che ci aspettavamo e, quando questo accade, cadiamo molto facilmente nella trappola dell’autoflagellazione e del paragone con gli altri.
Immaginiamo che non ci sentiremmo così infelici se avessimo la relazione che desideriamo o diamo corda all’idea che le altre coppie stiano vivendo una favola che noi non avremo mai.
Sentirsi tristi o frustrati rispetto alla nostra situazione attuale apre le porte a un flusso di pensieri sul non sentirsi abbastanza e sull’aver fallito che ci fa precipitare, poi, nella spirale del confronto.
Ogni pensiero severo su noi stessi porta a emozioni sempre più dolorose. Un processo che si ripete fino a quando non ci sentiamo completamente schiacciati.
È, sicuramente, parte della condizione umana farsi domande sulla propria vita, sentirsi inappagati e tristi e, non nascondiamocelo, fare confronti con gli altri. Non c’è luce senza ombra o felicità senza tristezza. Tutto aggiunge sapore e spessore alle nostre vite. I momenti difficili possono aiutarci a metterci faccia a faccia con la realtà e capire cosa è necessario migliorare o cambiare. L’insoddisfazione può anche fare luce sulla necessità di apprezzare di più ciò che abbiamo e stimolarci verso la costruzione di relazioni più solide e verso nuove esperienze.
Quando ci paragoniamo a qualcuno, dobbiamo ricordarci che non tutto è ciò che sembra. Ci sono persone che appaiono felici ma che, in realtà, stanno vivendo la loro personale battaglia contro qualsiasi tipo di dolore o situazione spiacevole. Effettivamente, non sappiamo mai esattamente cosa succeda dietro le quinte della vita altrui.
Come uscire dalla spirale dei confronti
Paragonarsi agli altri significa stimare aspetti di noi stessi e della nostra vita rispetto a ciò che pensiamo che gli altri abbiano, siano e facciano. Così facendo, oltre a giudicare noi stessi, stiamo anche giudicando gli altri e dando per scontato che ciò che pensiamo di loro sia qualcosa di certo nella loro vita.
E, anche se si potrebbe pensare che guardare gli altri sia una forma di ispirazione per fare la cosa “giusta”, i paragoni non fanno altro che reggere quella bugia che ripetiamo a noi stessi sul non poter essere, avere o fare ciò che pensiamo sia il meglio. Anche se vogliamo vivere la vita altrui, in fondo dubitiamo della nostra capacità di arrivare a quell’obiettivo.
Guardare la vita da un punto di vista leggermente diverso, ci può aiutare a capire che l’erba del vicino non è sempre più verde.
Quando si inizia il paragone con gli altri, è importante ricordare che ogni percorso è diverso dall’altro: tutti abbiamo diverse storie, desideri, paure, motivazioni, obiettivi, sentimenti, credenze e tanto altro. Nessuno ha mai vissuto le stesse esperienze, nello stesso modo e con i medesimi pensieri e sensazioni.
Non dovremmo odiarci o odiare gli altri per non avere ancora ottenuto determinate cose né aspettare passivamente che arrivino per magia: dovremmo goderci ciò che abbiamo adesso con la consapevolezza che sia normale sentirsi dispiaciuti dal non aver raggiunto un certo obiettivo. Possiamo usare queste sensazioni di delusione per riflettere su un modo alternativo di raggiungere i nostri obiettivi disattesi. Una delle cose migliori che possiamo fare per noi stessi è riflettere e auto-ascoltarci con gentilezza.
Non siamo solo la somma dei nostri difetti o di ciò che non abbiamo.